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Esiste uno spazio-tempo in cui l'esperienza dei movimenti delle lotte anticoloniali e di resistenza si fonde con la teoria sociale e la narrazione storica, oltre il consueto rapporto tra soggetto e oggetto? Questo spazio esiste. Il postcolonialismo viene al mondo brandendo il coltello insanguinato appena estratto dal ventre della storia coloniale e si solleva sulle sue gambe sospinto dalla pulsione edipica del parricidio di Marx. Ne conserva in parte il patrimonio genetico, a sua volta muta, si trasforma nei vari contesti della modernità in cui transita, vive delle storie aliene che tenta di raccontare, matura la consapevolezza della propria transitorietà, offre il fianco ad altri saperi bastardi, e insieme a essi continua a porsi interrogativi altrimenti impensabili. "A sud di nessun Sud" narra questo viaggio tra Africa, India e America Latina. Lontano dalla pretesa esaustività della Storia come impresa razionale di ricostruzione del passato, verso una nuova immaginazione sociologica in grado di intercettare le forme contemporanee dei processi propri del sistema-mondo capitalistico, che si nutra del linguaggio delle scienze della vita.